Cosa sono le emozioni?
Invece di fare un noioso trattato di psicologia o neuroscienze, ti racconto il sogno di Luca e poi interpreterò il suo significato.
Questa è anche la fase 3 del mio programma gratuito per diventare più forti di ogni problema.
Non temere, in fondo a questa pagina le riepilogo tutte e 5.
Luca entra nella sua stanza e si avvicina alla finestra, sta per aprirla e in quel momento si rende conto di avere un tubo di gomma in mano.
Osserva che il tubo dalla sua mano prosegue fuori dalla stanza, la porta è aperta.
All’improvviso si rende conto che sta per uscire dell’acqua dal tubo.
Non sa cosa fare, visto che bagnerà tutto nella sua stanza, così, come prima soluzione, cerca di tappare il tubo con una mano, ma quando l’acqua arriva, schizza ovunque.
Luca vede una bacinella ai suoi piedi e inizia a riempirla. Dura poco, l’acqua continua a uscire dal tubo e la bacinella non basta, così fa andare il tubo nei cassetti del suo armadio.
Inutile dire che l’acqua continua a uscire e i cassetti si riempiono in fretta (a volte facciamo cose strane nei sogni!).
Allora Luca tenta un rimedio radicale: fa un bel nodo al tubo e l’acqua, finalmente, si blocca.
Ma Luca sente un rumore strano.
Non sa dire da dove venga, quasi uno scricchiolio e all’improvviso il tubo si spacca in più punti, a causa della pressione, e inizia a perdere acqua ovunque, allagando la stanza senza che Luca possa
fare più nulla per bloccare l’acqua.
A quel punto a Luca viene in mente l’unica soluzione: il rubinetto!
Esce di corsa dalla stanza allagata seguendo il tubo fino in bagno e sul rubinetto vede una mano.
Qualcuno sta allagando volontariamente casa sua, segue il braccio per vedere chi è, e si trova davanti a se stesso: dopo un momento di confusione si ordina di chiudere l’acqua e si sveglia trafelato.
Che sogno strano ha fatto Luca!
Ma cosa significano tutte le cose bizzarre che ha visto?
In realtà Luca ha ricevuto una “rivelazione” sulle proprie emozioni.
Cosa sono le emozioni: acqua, tubi e rubinetti
Il tubo dell’acqua rappresenta proprio questo: le nostre emozioni.
Quando provi rabbia, ansia, delusione, tristezza, è come se dal tubo cominciasse a uscire acqua.
E il tubo è nella tua stanza e la allaga, perché le emozioni negative ti fanno stare male.
Mettere una mano davanti al tubo è il primo tentativo di reprimere un’emozione che ci fa stare male.
Cerchiamo di allontanarla, di fermarla, ma non funziona, a meno che l’emozione non sia debole.
Così facciamo come Luca: iniziamo a distrarci dall’emozione provando a contenere l’acqua in una bacinella.
Ma non basta perché l’emozione, come l’acqua nel tubo, continua a esserci e la distrazione dura poco.
A quel punto forziamo la mano per fermare l’emozione: il nodo al tubo.
Sarà solo questione di tempo prima che il tubo, come nel sogno di Luca, inizi a perdere da tutte le parti.
E sarebbe fortuna, visto che il tubo potrebbe anche esplodere in faccia a chi lo tiene in mano!
Così Luca ha capito che l’unico modo per affrontare le proprie emozioni negative è chiudere il rubinetto.
Anche lui è rimasto sorpreso nel vedere che ad aprirlo e far uscire tutta quell’acqua era proprio lui.
Cosa rappresenta il rubinetto del sogno? La nostra mente.
Luca allagava la sua stessa stanza.
Noi creiamo le nostre emozioni negative.
Stai male? Soffri? La vita è un continuo tormento?
Bene, lo stai facendo tu.
La mano su quel rubinetto è la tua.
Questo significa che tu sei anche l’unica persona che può chiudere il rubinetto.
Solo tu puoi aprirlo, solo tu puoi chiuderlo.
Luca non poteva farlo finché non ha scoperto che era lui a tenere l’acqua aperta.
Tu non potrai mai diventare felice finché non comprendi che dipende solo da te esserlo.
L’emozione non va né evitata (bacinella), né repressa (nodo al tubo), né tanto meno lasciata sfogare (far uscire l’acqua): invece va compresa (rubinetto), e lasciata andare.
Se Luca usa una bacinella, non risolve il problema.
Se lascia che l’acqua continui a uscire, nemmeno, e si ritroverà la casa allagata.
Se fa un bel nodo al tubo è anche peggio: esploderà.
E più il tubo si logora e perde, più sarà doloroso gestirlo.
L’unica soluzione vera è prendere il controllo del rubinetto.
Comprendere cioè che tu sei artefice di ogni emozione, senza nessuna eccezione.
NESSUNA ECCEZIONE
E da qui decidere di chiuderlo.
Questo è il primo passo.
Se apri il rubinetto mentre hai il tubo in camera, non sarà una cosa molto utile.
Ma se lo fai in giardino, per annaffiare i fiori, o sul balcone per lavare, va benissimo.
Così come l’acqua è uno strumento che tu puoi usare bene o male, così le emozioni possiamo usarle bene o male.
Dovresti usare l’emozione negativa come segnale che c’è un problema.
Solo un segnale di pochi secondi.
Il problema poi, devi affrontarlo e risolverlo sempre e solo con le emozioni positive.
Per questo tu devi avere il controllo del rubinetto: altrimenti finirai per ritrovarti la casa allagata.
E una casa allagata non è mai colpa degli altri: la mano sul rubinetto, ricordalo, è la tua.
Ecco dunque cosa sono le emozioni: una reazione valutativa a quello che ti accade.
Questa è la definizione migliore per descrivere l’emozione.
Reazione significa risposta: tu reagisci alle cose che accadono.
Valutativa significa pensiero: tu dai un senso alle cose che accadono.
In realtà tu non reagisci a quello che accade, mai.
Tu reagisci sempre e solo al senso che tu dai a quello che accade.
Mettere la mano sul rubinetto, in fondo, significa comprendere il senso che dai alle cose che vivi.
- Per tutto quello che tu giudichi pericoloso e dannoso, emozione negativa.
- Per le cose che invece tu consideri utili, vantaggiose e comode, emozione positiva.
E se pensi di stare innaffiando i fiori, mentre in realtà il tubo finisce nel tuo armadio, conta poco.
Finché non ti accorgi che l’acqua sta allagando la camera, tu la lascerai aperta senza preoccuparti.
Non ha importanza nemmeno se il rubinetto è chiuso, e non esce nulla dal tubo, ma tu credi di stare innaffiando i tuoi fiori: seccheranno mentre tu non ti preoccupi di loro!
Allo stesso modo le tue emozioni non dipendono dalla realtà che vivi, ma dal significato che le dai.
Stai bene di fronte a quello che ritieni positivo, male per ciò che consideri negativo.
Anche se ti sbagli.
E tu hai sperimentato che stai bene in situazioni che ad altri non piacciono, e male in quelle in cui altri, magari, si trovano bene. Non esiste una sola emozione che sia condivisa da tutti.
Se non vuoi più riempire inutili bacinelle, fare pericolosi nodi ai tubi o lasciare ingenuamente che la tua casa si allaghi, proseguiamo il nostro percorso e passiamo alla fase 4 del mio programma gratuito.
Ma non subito, sarà disponibile tra alcune ore…
Io voglio solo morire, non ho nulla, lavoro, amicizie, amore. Sono sola e nn ho voglio più vivere. Tutto è andato male come sempre. Basta.
Per questo non hai voglia di vivere: le cose vanno male e stai male.
Però morire significa finire tutto, niente più possibilità di stare bene.
Se fossi davanti a due porte: un per morire, l’altra per stare finalmente bene, quale apriresti?
Il problema è credere di poter stare bene quando tutto va storto e non pensi che sia più possibile diventare felice.
Se lo fosse, se ci credessi, ci proveresti.
Ma tanto hai fatto senza successo che magari oggi non ci credi più.
A questo punto, provale tutte: leggi questa pagina, poi questa.
E quando riapro le iscrizioni alla Scuola prova anche a seguirla per un po’ e vedere se riesci finalmente a trovare serenità.
Tanto che hai da perdere quando sei arrivata al punto di voler perdere tutto?
Ciao Sabrina, Inizia al più presto è un caro consiglio che ti do! Non è tanto per dire!
Agire é una difesa, significa smorzare il malessere, di mettersi al riparo di qualcosa? Come dice Giacomo! Per stare bene! Io mi ricordo come se fosse ieri! Più di un anno.
Mi sono concentrata su me stessa, con tutte la mie forze, e… sono rinata da quando ho incontrato Giacomo, grazie alla sua scuola, ho preso in mano la mia vita… la fede mi ha guidato….
Ricordati di agire…con il ❤ baci!
“Noi creiamo le nostre emozioni negative.”
Verissimo (dopo un anno di scuola di indipendenza emotiva?)
“Stai male? Soffri? La vita è un continuo tormento?
Bene, lo stai facendo tu.
La mano su quel rubinetto è la tua.” Verissimo a livello emotivo/interno, però ti chiedo questo: se a farmi “stare male” sono i vicini rumorosi e maleducati, se a “farmi soffrire” sono i vicini che hanno regole totalmente diverse dalle mie, se “la vita è un continuo tormento” perché tutti i giorni devo condividere beni mobili ed immobili con persone che non vorrei condividere né ora né mai, non vedo altra scelta che allontanarmi io per chiudere il rubinetto.
Se hai un problema puoi allontanarti, oppure imparare a conviverci concentrandoti su quello che puoi fare comunque.
Puoi sempre fare qualcosa, nonostante tutto 😉
Poi sta a te decidere se restare o allontanarti valutando le conseguenze di una decisione o dell’altra 🙂
Buongiorno Giacomo,
Rileggo ancora questa tua lettera.
Penso alle azioni arroganti presunutose sprezzanti di chi si erge a giudice e pensa di sapere più di chi si è formato e ha più competenze e in virtù di questa presunzione agisce con appunto disprezzo aggressività e arroganza.
E adesso immagino la reazione, istintiva la prima quella di pancia, non quella forzata dalla volontà, di qualsiasi persona di qualsiasi razza o provenienza. Davvero pensi che istintivamente ci sia qualcuno che senza aver fatto un percorso di autoimposozione avrebbe una reazione totalmente positiva?
Ci sono azioni che provocano sempre reazioni impulsivamente negative con tutti, varierà il grado e il modo ma non la sostanza. Questo è quello che vedo io nella realtà.
Non sono le azioni, ma il significato.
E se tutti siamo educati a dare lo stesso significato, reagiamo nello stesso modo.
Educazione, cultura, non istinto.
la parola istinto, sugli esseri umani, dovrebbe essere usata una volta ogni 5 anni… 😉
lezione di filosofia / psicologia tanti tanti anni fa, la prof esordisce: l’uomo non ha istinti. Reazione della classe: scandalo.
Quindi ok me l’avevano già detto e ancora ho qualche riserva, ma devo dire non ho più approfondito. Ma se i segnali sono inequivocabili anche un bambino piccolo reagisce provando emozioni negative (immagina un padre o una madre che urli o aggredisca anche non fisicamente), dove sta la cultura in questo caso?
Io non ho detto che non abbiamo istinti.
Ci sono cose che tendiamo ad associare al pericolo: rumori forti, cose che si muovo velocemente ad esempio.
Ma io posso dominare ogni istinto attraverso la consapevolezza.
Così come matura il fisico, può maturare la mente, anche se questo accade poco di solito 😀
?
Ciao! Il mio pensiero é: come farò ad affrontare il dolore per la morte di una persona che ha condiviso la vita con me ? Piangere sarà inevitabile, forse anche disperarsi….che pensieri sarà utile fare in quei momenti ? Mi aiutate ad attrezzarmi già ora ? E’ possibile ? Come mi devo allenare ? L’emozione (che è ansia anticipatoria in questo caso) è la previsione di un dolore straziante e di una mancanza che sarà lunga da superare.(P.S. magari non succederà mai perchè muoio prima io, chissà :-))))) Grazie per la vostra risposta
Piangere e disperarsi non sono proprio la stessa cosa.
Disperare significa perdere la speranza.
Che speranza vive in questa persona? Che ruolo ha nella tua felicità?
Soffrirai se ti concentri sulla perdita.
Ma una vita insieme può darti molto di cui essere grata, invece che privata.
Cosa vedi negli altri? Che senso dai alla morte?
Ricordi che scrissi una newsletter in cui dicevo che ogni persona è “un prestito”?
Inizia a guardare alla vita, alle cose che fai e hai, a chi è vicino a te, non come qualcosa di “tuo”, ma come qualcosa che ti è stato dato in prestito.
Per un certo tempo. E non durerà per sempre.
Osserva con gratitudine quel che hai, perché se impari a viverlo senza attaccarti, potrai lasciarlo andare quando verrà quel giorno.
Leggi questa pagina 🙂
Ogni persona è un prestito. Ripensandoci, anche nel nostro linguaggio usiamo l’aggettivo possessivo “mio” (i miei figli, mio marito, mia mamma…ecc) Proverò a seguire il tuo consiglio e vivere ogni rapporto personale con gratitudine sapendo che di “mio” non c’è nulla (sfida alquanto difficile per me, ma ci proverò). Grazie Giacomo
Mio figlio Loren vive spesso le ingiustizie e spesso va in contraddizione con la realtà oggettiva e le regole.
Ho provato a fare il diario emotivo.
La situazione: mentre sto cucinando
Mio figlio esce dalla sua camera in preda ad un attacco di rabbia. Esprime Il suo dissenso, accusa me trova ingiusto il malfunzionamento della DSL.
Emozione: Provo dispiacere per la sua reazione. Ma anche fastidio per la pretesa.
Pensiero: ha una reazione esagerata, è distorta dalla realtà. Mostra insicurezza paura è ostilità.
Che problema c’è? Mi dice di modificare l’impianto. Mi accusa di aver autorizzato al tecnico di aver messo l’mpianto modem DSL in un punto per lui sfavorevole. Eppure sa quanto sia poco tecnologica.
Cosa posso fare? Avevamo anche rinforzato il segnale
Come posso fare? Cerco alternative gli ho dato fiducia e responsabilità. Di spostare il modem pur sapendo di andare contro corrente. Mettendolo in guardia che il suo atteggiamento
avrebbe potuto rovinare l’impianto DSL.
Situazione: mentre continuo a cucinare
Pensiero: è più importante possedere qualcosa che mantenere una vicinanza affettiva? Con me con il Padre con la sorella?
Emozione: negativa, provo tristezza
Pensiero: non ha consapevolezza. É preferibile tenerlo presente nelle sue sedute di psicoterapia
Ha dei pregiudizi nei nostri confronti che causano dei conflitti. Come i No! Quelli che fanno crescere, senza assecondare.
É sufficiente che qualcosa gli vada contro è si ricarica di negatività che trasformati in pretese esprime tutto il suo dissenso, chiamato ostilità, forza verbale, rabbia.
Che possa con equilibrio trovare un confronto di fiducia forza interiore,
e riempire di senso di significato la vita. Grazie!
Che problema c’è se tuo figlio ritiene più importante possedere qualcosa che i rapporti affettivi con i suoi famigliari?
Il punto non è tanto quello che fa tuo figlio, ma quello che significa per te 🙂
Ciao Serena, ?
è il mio Tesoro! Forse sono stata anche troppo protettiva, cosi dice mio marito, la nonna materna. con regole, si con valori ma troppo rigidi. Ho imparato a mantenere un’equilibrio con gli altri nel rispetto delle regole, le mie regole. E seppure qualche errore l’ho commesso, è stato per Amore! Il mio intervento in soccorso è di alzare il limite… ?
Quando è nato Loren per noi è stato il dono più bello di Dio.”Un miracolo” perfetto.
Anche la pediatra vedeva Loren un bambino speciale i suoi occhi brillanti e espressivi.
Eravamo uno per l’altro, luce. forza amore gioia allegria, entusiasmo speranza di infinito Amore.
nei primi anni di vita. Proprio perché è nato con più paura…quella paura genetica… Con mio marito di ci siamo impegnati prendere altre strade nello specifico.
Sempre con entusiasmo e ottimismo. Con forza e calore di un Amore libero, Amore è riflesso ritorna allo stesso modo, anzi di più perché saprà distinguere un Amore sano.
Sono le nuove psicoterapia cognitiva per lo stato psicoemotivo con la mentalizzazione usato anche per gli adolescenti con trattamento di gruppo di condivisione e socializzazione.
La paura, è l’esatto contrario dell’amore quando ho conosciuto Giacomo, su Divenire felici, è stata questa la prima frase che mi colpi! Bellissimo! L’emozione di un abbaccio virtuale, che sa trasmettere con passione “l’arte di Amare”.
Di guidare per imparare a volare…
Grazie Serena, siete tutti splendidi,
profondi e creativi.?
Grazie per il vostro supporto fraterno.
Un Abbraccio
Quel fatto di considerare tuo figlio il tuo tesoro è ciò che ti fa provare emozioni negative al riguardo e sono d’accordo che alzare il limite in questo caso specifico, corrisponde riequilibrare la tua prospettiva verso il tesoro giusto.
Quindi non mi resta che augurati buon lavoro 😉
Tutte verità ma bisogna lavorarci su molto per metterle in pratica. La maggior parte delle volte quando sei predisposto all’ansia è con la mente ti convinci di essere o fare o che ti accadranno determinate cose diventa realtà, vivi nella paura. Ma nella realtà non c’è nulla, hai ragione son solo emozioni nella tua mente determinate dal tuo stato d’animo. Sarebbe il massimo controllarle in qualsiasi situazione è momento.
Ci si arriva… è “solo” questione di allenamento, di capire, di essere consapevoli.
Sei iscritto alla Scuola? Questo è proprio quello che si impara a fare 😉
Grazie per esserci. Non ho parole per dirti grazie. Mi stai donando molto. Appena in Italia vedrò come farlo
ringraziarti.
🙂
è molto bello ciò che scrivi , ma alcune emozioni negative, come faccio a gestirle??mio marito improvvisamente è stato trasferito giù, a 1000 km di distanza, è lontano, io sono da sola con due genitori malati( uno ha il cancro)…mi sono adeguata , ma non è semplice…..comunque, non volevo fare un elenco dei miei problemi, semplicemente chiedere consiglio , su come gestire le emozioni negative su cose particolarmente difficili…..
Prima di tutto definendo cosa provi e cosa pensi.
Come hai letto l’emozione dipende dal modo in cui osservi la situazione.
Non devi gestire l’emozione, ma il pensiero sulla situazione.
Leggi questa pagina, ti spiega come capire i pensieri e lavorarci.
Se lasci un commento lì con esempi concreti di emozioni negative che devi gestire, ci lavoriamo subito insieme 🙂
Grazie Giacomo, leggo ogni giorno ciò che scrivi. Purtroppo mettere in pratica ciò che suggerisci è decisamente complicato. Ho da 14 anni un matrimonio e due bellissimi bambini, quando mio marito è arrivato e mi ha detto di non essere più certo di amarmi. Due genitori anziani da gestire con mia madre malata di demenza senile. Amare a prescindere mi viene un po’ complicato quando mi sono dedicata al mio matrimonio e a miei figli e ricevere questo regalo.
Decisamente complicato.
Soprattutto se inizi a farlo in un momento difficile.
Ma non ci sono altre strade che risolvano davvero i problemi e definitivamente.
Iscriviti alla mia Scuola e provala: sono certo che ti darà un supporto importante in questa fase 🙂
Ciao Amanda, è molto complicato quello che stai vivendo però ti posso dire, con il senno di poi e riflettendo anche su quanto scrive Giacomo, che io cercherei di dare amore ai tuoi genitori ai tuoi figli, alle persone intorno a te più fragili che hanno in questo momento più bisogno d te, questo ti renderà felice. Tuo marito è grande e se non lo è lo diventerà guardando il tuo esempio. (non credo a quelli che dicono la tua famiglia è tuo marito, perchè gli altri se ne vanno e poi ti rimane solo lui. Anche lui può andarsene, e tu potresti comunque trovarti sola. Quindi fai quello che in coscenza ti sembra giusto, questo rappresenterà sempre un punto fermo, così facendo magari anche tuo marito si accorgerà della donna meravigliosa che sei
Leggo e mi rendo conto che la maggior parte delle situazioni riportate negli argomenti , sono reali e che le sto vivendo quotidianamente. Non so se riuscirò a mettere in pratica i consigli o se riuscirò ad avere la forza di cambiare il mio modo di pensare…..ci provo e continuo a seguirti. Se il dolore passerà vorrà dire che ho raggiunto il mio obbiettivo. Valeria
Perché non ti iscrivi anche alla Scuola?
Così posso aiutarti a riuscire 😉